Oggetto: Risposta lettera aperta dipendenti pubblici. Proposte da parte del Sindacato Infermieristico.

Gentile Presidente, Onorevole Ministro,
in qualità di sindacato rappresentativo nel pubblico impiego per la categoria
infermieristica, desideriamo dare il nostro contributo, come da Lei richiesto, alla
discussione sulla riforma della Pubblica Amministrazione.
1. Non è possibile alcuna riforma senza una leva motivazionale per i
dipendenti pubblici. La situazione infermieristica in Italia vede un crescente
malessere derivante dal blocco del turn over (molte realtà sopportano carichi di
lavoro oltre il dovuto; si veda la nota situazione dei pronto soccorso e di molte
corsie di degenza), dal mancato riconoscimento del lavoro usurante (come sarà
possibile lavorare a turno 10 ore di notte fino a 67 anni?), dalla difficoltà di
conciliare i tempi lavoro con i tempi di vita, dal blocco stipendiale (1.500 euro
al mese con notti e feste lavorate), dalle crescenti mansioni e responsabilità
senza alcun premio per tale attività (non possibile nemmeno con risorse dei
fondi aziendali per il blocco contrattuale), dalle continue riorganizzazioni che
penalizzano le dotazioni organiche. Se non sarà data una disponibilità
economica a incentivare il cambiamento nutriamo forti dubbi che si possa
avere collaborazione da parte del personale per riformare il SSN. Senza
l’appoggio dei lavoratori – che continuano a essere additati come fannulloni –
difficilmente si riuscirà di cambiare verso. Ricordiamo ancora il fallimento
della riforma Brunetta dove del bastone e la carota è rimasto solo il bastone.
Gentile Presidente, Onorevole Ministro,
in qualità di sindacato rappresentativo nel pubblico impiego per la categoria infermieristica, desideriamo dare il nostro contributo, come da Lei richiesto, alla discussione sulla riforma della Pubblica Amministrazione. 1. Non è possibile alcuna riforma senza una leva motivazionale per i dipendenti pubblici. La situazione infermieristica in Italia vede un crescente malessere derivante dal blocco del turn over (molte realtà sopportano carichi di lavoro oltre il dovuto .Ricordiamo ancora il fallimento della riforma Brunetta dove del bastone e la carota è rimasto solo il bastone.  Lettera del segretario nazionale Nursind Dott. Andrea Bottega

Corte dei conti, ecco le linee guida ai collegi sindacali per le verifiche sui bilanci del Ssn

Le verifiche del Collegio sindacale
In particolare, si tratta delle verifiche che devono essere effettuate sugli enti dei servizi sanitari regionali attraverso relazioni-questionari da parte dei relativi Collegi sindacali.
Il questionario destinato ai “controllori” è molto dettagliato e prevede, oltre alle istruzioni e alle attestazioni finali, tre parti articolate in varie domande preliminari, e quesiti concernenti il conto economico e lo stato patrimoniale.Da sottolineare che gli organi di controllo degli enti sanitari, al pari dei revisori degli enti locali, sono tenuti a redigere anche una relazione sul bilancio di previsione che consenta il confronto fra i risultati di consuntivo e i dati programmatici. In merito agli enti interessati all’adempimento, il documento della Corte dei conti ricorda che sono le aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere, dei policlinici universitari, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, delle agenzie regionali per l’emergenza sanitaria, delle gestioni sanitarie accentrate, degli ospedali classificati, se ritenuti dalle rispettive sezioni regionali della Corte dei conti equiparabili agli enti sanitari pubblici regionali.

REGIONE LIGURIA .legge sulla libera professione per le professioni sanitarie

I circa 20 mila tra infermieri e professionisti sanitari non medici liguri potranno svolgere singolarmente e non in equipe attività intramoenia al di fuori dell'orario di lavoro. Ed è la Liguria a fare da apripista sul tema. E' stato approvato ieri dal Consiglio regionale della Liguria un testo di legge che rappresenta una vera e propria novità per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari. Con il provvedimento, infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione sono autorizzati a esercitare la libera professione “al di fuori dell’orario di servizio, anche singolarmente all’interno dell’Azienda e in forma intramuraria allargata, presso le Aziende sanitarie locali, gli IRCCS e gli altri enti equiparati”.

Ora, dopo il sì dell’Aula, la Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, sentite le Organizzazioni professionali e sindacali e previo parere della Commissione consiliare competente per materia, dovrà disciplinare, con una propria direttiva vincolante l’organizzazione e le modalità di esercizio dell’attività libero professionale.A quel punto la palla passerà alle Aziende sanitarie, che entro sessanta giorni dalla data di adozione della direttiva dovranno adeguare “i rispettivi atti regolamentari ai contenuti della direttiva stessa, in modo che non sorga contrasto con le loro finalità istituzionali e si integri l’assolvimento dei compiti di istituto assicurando la piena funzionalità dei servizi anche nella continuità della cura a domicilio”.
27 marzo 2014 quotidiano sanità